La Opere di Bea di Vigliano
Bea di Vigliano ha raccolto le sue opere più significative in una monografia, tracciando un percorso artistico che inizia nel 1941 e si snoda attraverso una vita di creatività e incontri. Tra le sue prime opere si distingue Il Circasso (1941), un ritratto di un partigiano realizzato durante la guerra. Questo quadro segna l’inizio di un percorso artistico che l’ha portata a esporre in Italia e all’estero, sempre con uno stile unico e personale.
Periodo della Resistenza
L’amicizia con artisti
come Umberto Lilloni, Luciano Albertini, Sergio Bonfantini e intellettuali del calibro di Italo Calvino e Giuseppe Berto ha arricchito il suo bagaglio culturale. Nel difficile periodo della Resistenza, Bea si è avvicinata a un gruppo di artisti e scrittori che, pur vivendo in un’epoca di incertezza, coltivavano con determinazione le proprie passioni artistiche.
La sua appartenenza al gruppo degli “Indipendenti” ha rappresentato un momento di grande crescita professionale. A Milano, tra un bombardamento e l’altro, il gruppo riuniva artisti come Alessandro Di Ceglie, Antonio Arosio e Luciano Albertini. I loro incontri nello studio di Carlo Carrà a Milano o di Felice Casorati a Torino erano un’opportunità per scambiarsi idee e influenze.
Bea non ha mai smesso di cercare nuove ispirazioni
esplorando paesaggi, emozioni e soggetti con una sensibilità unica. Ogni quadro è un frammento della sua visione del mondo, che esprime non solo solitudine ma anche un senso di profonda gioia interiore. La sua pittura si è sempre distinta per la capacità di trasformare emozioni in colore e poesia.
Tra le sue opere più significative spiccano i paesaggi liguri e i ritratti, che catturano con maestria le sfumature di un’epoca e le emozioni della vita quotidiana. Bea di Vigliano ha lasciato un’impronta indelebile nel panorama artistico, con opere che continuano a emozionare chi le osserva.
